come ho scritto nell'ultimo post mi sto progressivamente trasformando in un ghiro (o forse la metamorfosi si è ormai conclusa?!)... oltre a dormire ogni tanto leggo, che sia spaparanzata comodamente nel mio lettino, al calduccio sotto le coperte o, quando esco dal mio nido, mentre siedo (non sempre comodamente) sull'autobus o durante una fila noiosa...
L'ultimo libro, che come direbbe il topo Firmino (protagonista del romanzo di Sam Savage) ho proprio divorato, è stato "La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano. Ne ero incuriosita e devo dirvi che mi ha proprio conquistato.
Partiamo dal titolo: la solitudine è un qualcosa che conosco bene, a volte la ricerco a volte mi fa paura, spesso è necessaria... i numeri primi li trovo affascinanti, i protagonisti del romanzo possono essere paragonati a due numeri primi e anche io ho provato ad immaginare un numero primo che mi stesse bene, ma mentre io mi sono fermata ai numeri a una, massimo due cifre, il protagonista quando sceglie un numero primo che lo possa definire va diritto alle 12 cifre...
La storia narra le vicende di un ragazzo e una ragazza dall'infanzia fino alla soglia dell'età adulta, dei problemi che devono affrontare, di come le loro vite siano state drasticamente influenzate da eventi avvenuti nell'infanzia, di quanto siano profondamente simili, del loro incontrarsi e separarsi.
Paolo Giordano ha la capacità di descrivere attentamente le situazioni di cui narra, descritte talmente nei particolari che sembra di essere presenti mentre quelle azioni accadono. Ci mostra la fragilità di questi personaggi permettendoci da subito di provare per loro un moto di affetto.
Vi lascio riflettere con calma a questi complicati quesiti esistenziali, intanto vi mando un bacione!